Arturo Malignani e la società CEMENTI DEL FRIULI

arturomalignani2L'ingresso di Arturo nel settore del cemento può essere considerato naturalmente come una corretta diversificazione degli investimenti da parte di un imprenditore avveduto, nel nostro caso, però, tale ingresso appare come una decisione strategica che riguarda il settore energetico. Infatti, la lampadina rappresentava solo il terminale utilizzatore dell'energia elettrica, così come le macchine elettriche per azionare i vari opifici presenti sul territorio e i motori per muovere le tramvie locali. La produzione di energia elettrica richiedeva, allora più di oggi, la disponibilità di grandi riserve idriche e, perciò, la costruzione di dighe di sbarramento di fiumi e torrenti e per costruire le dighe occorreva tanto cemento. La necessità di produrre in proprio il cemento era chiara ad Arturo fin dagli anni 1897-1900, anni della costruzione della diga dì Crosis, sul torrente Torre, vicino a Tarcento. E', quindi, degli anni immediatamente successivi l'avvio della ricerca di giacimenti di marna sul nostro territorio. Inizialmente Arturo Malignami pensava ad una cava situata più vicino a Cividale e perciò aveva fatto delle analisi su campioni dì materiale prelevato da Pietro Toffoletti e Pietro Malignani ai piedi della collina di Cuál e nel Tóf, ma poi, evidentemente non soddisfatto, aveva indirizzato le sue ricerche verso una località sita poco a nord di Canalutto. Là, Arturo si imbatte nei poderosi banchi di marna della Gniviza.  La scoperta lo porta immediatamente alla decisione di fondare una Società per lo sfruttamento del giacimento appena scoperto e di avviare la costruzione della fabbrica di Udine per la produzione di cemento. Il 19 marzo 1907, con rogito notarile dei notaio Zanolli di Udine, viene costituita la Società mi accomandita semplice denominata Cementi del Friuti - G. D'odorico e C. 

Il capitale sociale è di £ 400.000 (quattrocentomila).

Uno dei principali azionisti, con £ 72.000, è Giuseppe D'Odonico, che è nominato amministratore delegato (gerente) della Società. Arturo, che pure ha versato £ 72.000, è socio e fa parte della Commissione di Vigilanza. arturomalignani1Dell'avvenimento dà notizia il giornale La Patria del Friuli del 20 marzo 1907 sotto la rubrica Nel mondo degli affari. Nel giorni immediatamente successivi, precisamente il 27 marzo 1907, in Canalutto di Torreano di Cividale nella casa all'anagrafico N2, locale di osteria di Virgilio Specogna, che compare tra i convenuti, vengono stipulati tre atti notarili per la Concessione di diritti di scavo sul terreni destinati alla cava. Nell'occasione, il notaio Zanolli ha come garanti dell'identità dei proprietari dei fondi Luigi Cudicio fu Francesco, possidente, Luigi Malignani di Francesco, tagliapietra, e Antonio Fabnis di Margherita, operaio elettricista nato a Torreano residente in Udine. Tra i proprietari convenuti vi sono: Rainis Antonio di Canalutto, Cotès Luigi e Pietro di Mattia e Mattia di Domenico, Specogna Virgilio fu Antonio, oste, di Torreano, Macorigh Giovanni e Pietro fu Antonio di Masarolis, possidenti, Specogna Luigi di Masarolis e Cassina Antonio di Canalutto e altri puntualmente nominati negli atti. Essi concedono alla Società, che agisce per mezzo del suo gerente D'Odonico Giuseppe, ... il Diritto di scavare, senza limitazione di tempo, tutta la ponca esistente nei terreni di rispettiva loro proprietà siti in censuanio e mappa di Torreano di Cividale ... . Vengono così acquisiti dalla Società circa 3 ettari di terreno pagando complessivamente un corrispettivo di £ 1.300. Per alcuni anni il materiale estratto viene trasportato con carri a Cividale e quindi inoltrato per ferrovia allo stabilimento di Udine, che era stato ubicato vicino alla ferrovia Cividale - Udine, in via Buttrio. Dell'apertura della nuova fabbrica dà notizia il Giornale di Udine del 5 giugno 1908 sotto la rubrica Le nostre industrie. arturomalignani3In seguito, Arturo farà costruire la teleferica, che consentirà un trasporto piu rapido ed efficiente della mama da Canalutto alla stazione di Cividale. Infine, solo più tardi, dopo la prima guerra mondiale, verrà costruito lo stabilimento di Cividale dove sarà completamente trattato il materiale proveniente da Canalutto.

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