Martedì la demolizione della storica ciminiera di Cividale, in parte sarà ricostruita
Il fumaiolo sarà fatto saltare per ragioni di sicurezza. Dalle 14 lo stop al traffico a Rubignacco. Il ripristino in tre anni.
CIVIDALE. Scatterà alle 14 di martedì il blocco totale della circolazione (veicolare e pedonale) sulla strada regionale 356 di Cividale, in corrispondenza della frazione di Rubignacco, per la precisione all'altezza della vecchia fornace, la cui storica ciminiera (camino di ben 45 metri d’altezza, edificato nel 1886 e ristrutturato nel 1920) è destinata all’abbattimento per ragioni di pubblica sicurezza.
L’ordinanza di chiusura del tracciato, che sarà off limit per un’area di circa 300 metri, risalente al 27 giugno, porta la firma del direttore della Divisione di esercizio di Fvg Strade, competente sull’arteria. In caso di maltempo, si evidenzia, l’operazione sarà rinviata al primo giorno utile a partire da giovedì.
Nel documento non viene indicato, invece, l’orario di riapertura al transito del percorso, che rimarrà impraticabile – si evidenzia genericamente – per il tempo strettamente necessario a far saltare il fumaiolo con cariche esplosive e a consentire la completa dissolvenza delle polveri, in modo tale da poter garantire la praticabilità della 356 senza alcun tipo di rischio. Sarà comunque l’autorità di pubblica sicurezza presente in loco a determinare quando sarà opportuno riattivare il traffico sulla regionale.
Si annuncia, insomma, qualche inevitabile disagio per chi proverrà dalla zona di Faedis e Torreano e sarà diretto verso Cividale: nella fascia del primo pomeriggio risulterà obbligata la scelta di vie alternative.
L’ordinanza di chiusura del tracciato, che sarà off limit per un’area di circa 300 metri, risalente al 27 giugno, porta la firma del direttore della Divisione di esercizio di Fvg Strade, competente sull’arteria. In caso di maltempo, si evidenzia, l’operazione sarà rinviata al primo giorno utile a partire da giovedì.
Nel documento non viene indicato, invece, l’orario di riapertura al transito del percorso, che rimarrà impraticabile – si evidenzia genericamente – per il tempo strettamente necessario a far saltare il fumaiolo con cariche esplosive e a consentire la completa dissolvenza delle polveri, in modo tale da poter garantire la praticabilità della 356 senza alcun tipo di rischio. Sarà comunque l’autorità di pubblica sicurezza presente in loco a determinare quando sarà opportuno riattivare il traffico sulla regionale.
Si annuncia, insomma, qualche inevitabile disagio per chi proverrà dalla zona di Faedis e Torreano e sarà diretto verso Cividale: nella fascia del primo pomeriggio risulterà obbligata la scelta di vie alternative.
A seguito di accordi intercorsi con la Prefettura di Udine, il servizio di posizionamento degli sbarramenti stradali atti a garantire l’inaccessibilità, per chiunque, del tratto in oggetto, nonché della segnaletica verticale del caso (indicante il divieto di transito), secondo le norme del nuovo codice della strada sarà a carico della polizia municipale di Cividale.
L’ordinanza chiude definitivamente i giochi, dunque, facendo naufragare le ultime speranze di salvataggio di un bene rappresentativo di una significativa porzione di storia cittadina. L’intesa raggiunta dalla proprietà della ciminiera con la Soprintendenza regionale, a seguito dell’obbligo alla demolizione sancito dal Comune sulla base di un parere vincolante dei vigili del fuoco del Comando provinciale, prevede la distruzione della parte pericolante della torre.
Resterà la base ottagonale, quindi, da cui si innalza il cilindro, il quale peraltro dovrà essere parzialmente riedificato nel nome della memoria storica (secondo misure determinate dalla Soprintendenza): l’operazione di ripristino dovrà concretizzarsi entro 3 anni.
L’ordinanza chiude definitivamente i giochi, dunque, facendo naufragare le ultime speranze di salvataggio di un bene rappresentativo di una significativa porzione di storia cittadina. L’intesa raggiunta dalla proprietà della ciminiera con la Soprintendenza regionale, a seguito dell’obbligo alla demolizione sancito dal Comune sulla base di un parere vincolante dei vigili del fuoco del Comando provinciale, prevede la distruzione della parte pericolante della torre.
Resterà la base ottagonale, quindi, da cui si innalza il cilindro, il quale peraltro dovrà essere parzialmente riedificato nel nome della memoria storica (secondo misure determinate dalla Soprintendenza): l’operazione di ripristino dovrà concretizzarsi entro 3 anni.
Lucia Aviani - Messaggero Veneto