SCOPPIO DI MINE, IL PAESE HA PAURA
TRATTO DA: IL GAZZETTINO DEL 21/04/2000
SCOPPIO DI MINE, IL PAESE HA PAURA
Il boato veniva dalla cava Barilla. "Sentivo la casa muoversi, muri lesionati"
Torreano
Mercoledì 19 aprile. E da poco trascorsa l'ora di pranzo quando i torreanesi vengono scossi da un boato. Forte, riconoscibile. E il fragore provocato dallo scoppio di una mina. Anzi, da più mine contemporaneamente. Le finestre vibrano, i soprammobili traballano e il panico si diffonde. Al primo scoppio ne seguono altri due, la gente si riversa in strada, s'interroga e alza lo sguardo appena sopra i tetti delle abitazioni. Presto, tutte le domande trovano risposta: è la "cava Barilla", proprietà dell'impresa Alsaf di Faedis. Curioso il nome dato a un impianto la cui attività fu osteggiata alcuni anni or sono "a furor di popolo". Curiosa anche la sua ubicazione: praticamente in mezzo al centro abitato, sovrasta le case, in una zona attraversata da un percorso naturalistico dove sorgono i resti di un castello romano medioevale. «Dal poggiolo ho sentito la mia casa muoversi e i muri sono stati lesionati, ricorda Giannina De Vincenti. La sua abitazione sorge a circa duecento metri di distanza dalla cava, le vibrazioni provocate dalle cariche di esplosivo hanno disegnato sugli intonaci che rivestono i muri perimetrali un reticolo di fessure. La cava esibisce già un vistoso cratere sul quale l'ultima volata, che ha fatto brillare contemporaneamente diverse cariche, ha riversato un nuovo fronte di roccia. Appartiene a un filone di pietra piasentina, una brecciola eocenica destinata all'edilizia. «Ma è inidonea alla lavorazione, viene utilizzata per realizzare scogliere e alvei fluviali commenta Rino Graffig, responsabile della squadra di protezione civile che ha effettuato un sopralluogo. Si sta demolendo la montagna per fare scogliera, Le proteste fioccano in municipio e al comando dei carabinieri. Non solo i danni provocati e la paura che la cava possa essere teatro di nuovi scoppi, ma anche il continuo andirivieni di camion in transito lungo la strada che conduce alla cava. sono motivi di scontento. Il sindaco Luigi Borgnolo porta la questione in giunta: «Segnaleremo l'accaduto in questura, intanto stiamo organizzando un incontro con gli imprenditori fa sapere e incaricheremo un tecnico di effettuare una perizia per verificare se la strada consenta un traffico così sostenuto». Anche i carabinieri stanno conducendo accertamenti per fare luce sulla questione, probabile l'invio di una nota informativa alla magistratura, mentre si profilerebbe l'ipotesi di reato per spari pericolosi. Dal canto suo il titolare dell'azienda Stefano Cudicio, interpellato, non intende rilasciare dichiarazioni e si limita a far sapere che l'impresa "ha tutte le carte in regola.
Alessandra Ceschia
LA DITTA: Un Test con i Geologi
Una convivenza difficile. I torreanesi e la cava Barilla vivono fianco a fianco da oltre un decennio, ma non sono mai andati d'accordo. La coltivazione della cava, praticata con l'uso di esplosivi, mobilitò la popolazione e animo vivaci proteste. Non è facile riordinare gli estremi di una storia che abbonda di decreti, autorizzazioni e sospensive. Dopo qualche tempo l'attività della cava fu sospesa per intervento della Direzione regionale dell'ambiente a partire dal marzo 1995. Poi, nel settembre 1997, è giunto un nuovo decreto autorizzativo che ne ha legittimato la coltivazione fino all' agosto 2001. La cava sta per essere preparata per ricavare pietra ornamentale. "E tutto sotto controllo" riferiscono alla Alsaf. Mercoledì, sotto la supervisione dei geologi dell'Università di Trieste, è stato effettuato un monitoraggio in sei punti della zona per verificare la potenza delle vibrazioni e l'intensità del rumore. «Non abbiamo mai . superato i limiti», assicura la ditta. Quella di mercoledì era solo la prima delle tre prove indispensabili per ottenere un documento cui si certifica la non pericolosità delle esplosioni.
SINDACO E CARABINIERI HANNO RACCOLTO LE LAMENTELE DELLA GENTE. BORGNOLO: "SEGNALEREMO ALLA QUESTURA QUANTO è ACCADUTO". lA REPLICA DEL TITOLARE DELL'AZIENDA: "ABBIAMO TUTTE LE CARTE IN REGOLA".