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La storia di Cividale scorre assieme alle sue acque

Messaggero Veneto - 02 giugno 2010 pagina 16 sezione: CULTURA - SPETTACOLO

Libro di Mattaloni CIVIDALE. È un volume imponente e unico nel suo genere: per la prima volta la città ducale viene raccontata attraverso l'elemento acqua, essenziale per ogni nucleo abitato e forte di un impalpabile - quanto innegabile - valore aggiunto in una realtà come quella cividalese, che fa tutt'uno con il suo verdissimo fiume, il Natisone. A firmare La storia liquida. L'acqua nei secoli a Cividale del Friuli è il professor Claudio Mattaloni, appassionato storico e studioso cui si devono ulteriori pubblicazioni di alto rilievo scientifico. Edito a cura dell'associazione Amîs di Grupignan, grazie al sostegno economico della Regione, della Provincia di Udine, del Comune e del Gruppo Banca popolare di Cividale, il testo scandaglia e ricostruisce le modalità di approvvigionamento idrico attivate e succedutesi nei secoli a Cividale frazioni incluse) fin dalle sue origini, al tempo di Giulio Cesare. Dai romani ai giorni nostri, insomma, in un viaggio atipico e proprio per questo dal fascino particolare. La presentazione ufficiale dell'opera è in calendario per venerdì, alle 20.30, nella sede dell'associazione Amîs di Grupignan, in via Premariacco 96 (a Grupignano): illustrerà il lavoro il professor Mauro Pascolini, ordinario di geografia all'Università di Udine. Lo studio fu avviato in forma sistematica a seguito della riscoperta - frutto di un complicato e avvincente percorso di ricerca - dell'antico pozzo di Grupignano, scavato nel 1890 ma poi ricoperto e scomparso così prima alla vista, poi anche dalla memoria, dei paesani. Sono circa vent'anni, del resto, che Mattaloni indaga sulle modalità di rifornimento idrico nel territorio cittadino: il suo impegno è ora fissato in 500 fitte pagine, che descrivono dettagliatamente l'utilizzo dell'acqua dal periodo romano sino all'attualità, approfondendo innumerevoli aspetti sinora mai indagati. Ecco così un quadro minuzioso della situazione idrica nei numerosi luoghi religiosi e fortificati del Comune, o notizie curiose dal periodo medievale, quando l'acqua scorreva anche nei fossati che circondavano le mura difensive. Sono state ricostruite le complesse vicende dei diversi acquedotti cividalesi e censiti (oltre che corredati di note storiche) tutti i pozzi situati nei borghi della città; antichi documenti provenienti da vari archivi hanno consentito di raccogliere e pubblicare progetti grafici e dati sulle modalità di scavo di pozzi e fontane, risalendo fra l'altro ai precisi costi di realizzazione degli stessi. Il Natisone, poi, gioca un ruolo da sovrano, all'interno della pubblicazione: il fiume è stato esaminato in ogni suo aspetto, ma lo stesso si può dire anche per la roggia Torreano-Cividale, la cui storia è stata ricostruita per la prima volta; una porzione considerevole del volume è dedicata ai mulini cittadini (ben quindici, lungo il Natisone e sulla roggia Torreano-Cividale) e agli opifici idraulici, ma c'è spazio anche per le memorie orali, le leggende e la presentazione di figure detentrici di singolari capacità, i rabdomanti cividalesi: il professore ha raccolto - fra l'altro - una folta, interessantissima serie di testimonianze su un uomo di Rubignacco, morto pochi anni fa, che era famoso per le sue doti di scopritore d'acqua. Circa seicento le immagini - per lo più inedite - che corredano la pubblicazione, tra foto d'epoca, mappe e progetti originali recuperati in biblioteche e archivi non solo regionali, ma pure veneziani e milanesi. Un ruolo determinante lo ha giocato, ad esempio, l'archivio dei Gesuiti di Varese. Nota particolare: l'indagine di Mattaloni ha permesso di appurare che nella Cividale che fu esistevano anche l'acquedotto della Fonte dei mandolini , a Rubignacco, e uno a Purgessimo, predecessore dell'attuale acquedotto Poiana.

Lucia Aviani

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