Tre feste in pochi giorni Così Torreano diventa il paese delle centenarie
Sono Emma Tomat, Teresa Marmai e Margherita Secchiutti L’omaggio del sindaco Sabbadini. «Qui da noi si vive bene»
Un tris di compleanni centenari in meno di due settimane regala alla piccola comunità di Torreano la felice etichetta di paese della longevità (in rosa). In13 giorni due residenti hanno varcato la soglia del secolo e una terza ha fatto ancora di meglio, raggiungendo il traguardo delle 102 primavere: lunga vita, insomma, nella borgata alle porte di Cividale, che a buon diritto esulta per il record e doverosamente festeggia le sue super-nonnine.
In effetti se si mette in relazione la “raffica” di genetliaci a tripla cifra con il numero complessivo degli abitanti del centro valligiano, circa 2.100, la faccenda assume toni da primato.
«C'è poco da fare, a Torreano si vive bene», scherza compiaciuto il sindaco Roberto Sabbadini, che ha omaggiato di un mazzo di fiori prima (il 25 settembre) Teresa Marmai, poi, il 2 ottobre, Margherita Secchiutti e ieri, infine, Emma Tomat, che con i suoi 102 anni si colloca in testa alla classifica. Cinque figli, una vita di lavoro alle spalle, la signora Emma – che ha scelto di trasferirsi nella casa di riposo di Cividale – vanta una grande lucidità: «Custodisce ancora un’infinità di memorie paesane», racconta il primo cittadino, ricordando che nel 2017 la sua borgata natale, Prestento, aveva voluto celebrarla con una maxi-festa per il giro di boa del secolo.
Maria Secchiutti, invece (che ha due figlie), è originaria di Torreano, terra di scalpellini. Proprio quel lavoro faceva suo padre, che trascorse buona parte della propria vita professionale all’estero, lasciando alla moglie l’onere dell'accudimento dei cinque figli. E per Maria la situazione si rivelò un freno: mente vivace, desiderava studiare al punto che il padre le inviò i soldi per comprare una bicicletta che le consentisse di andare a scuola nella città ducale; la mamma, però, preferì tenerla con sé a casa per avere un aiuto nella conduzione della famiglia. Ma la giovane non si diede per vinta: non appena poté se la comprò da sola, la bicicletta, e si iscrisse a Udine a una scuola di cucito, diventando sarta. Decisa, generosa e spiritosa, vantava pure doti di infermiera autodidatta.
La storia di Teresa Marmai, di Togliano (anche lei sarta), si apre con il ritorno del padre dalla Grande guerra: nacque esattamente allora. Miracolata per due volte (a 5 anni, quando sopravvisse a una rovinosa caduta dal granaio, e durante la seconda guerra, quando le spararono per strada), rimase vedova in giovane età, ma la sua grande forza d’animo e l’incrollabile fede la aiutarono ad affrontare ogni difficoltà, dedicandosi in tutto e per tutto alla figlia. —