NOTIZIE TORREANESI
TORREANESE, I GIOVANI FIORE ALL'OCCHIELLO
Tratto da il MESSAGERO VENETO del 23/07/02
TORREANESE, I GIOVANI FIORE ALL'OCCHIELLO
Strepitosa stagione della squadra allievi, premiata anche dal comune
Gli allievi dell' Unione sportiva Torreanese ancora una volta sul gradino più alto del podio: dopo aver vinto il campionato provinciale 2001/02 trofeo Masarotti, il team di Torreano si è imposto anche a Senigallia, conquistando il torneo internazionale giovanile di calcio "Marche cup Italia 2002", organizzato dal Comitato regionale marchigiano della Figc. Alla competizione hanno partecipato squadre croate, ungheresi, campane, e della stessa regione ospitante.
La squadra friulana, dopo una serie di vivaci confronti, si è qualificata prima nel suo girone, superando per 2-O il Senigallia, per 6-0 il Fabriano, e pareggiando quindi per 2-2 con la fortissima squadra croata di Sinj. Gli allievi torreanesi, nella finalissima disputata allo stadio comunale di Senigallia, gremito di tifosi, contro i campani del San Felice Pagani, hanno dato vita a un match mozzafiato, concluso sul 2-1 a loro favore.
Sembra dunque sempre più roseo il futuro della Torreanese che, per dirla con le parole del presidente Armando Cudicio, «è affidata a buoni piedi», alla luce dell'ineccepibile comportamento dei giovani, classi 1985-86, che durante l'intera stagione hanno dimostrato «indiscusse doti calcistiche e morali». Ma il presidente sottolinea pure l'impegno dei genitori, dell'allenatore e degli accompagnatori, che hanno seguito con costanza i ragazzi.
Al loro rientro in Friuli, gli allievi allenati da Ennio Di Narda hanno ricevuto dall'aministrazione comunale una pergamena, in premio per la loro abilità. Un riconoscimento simile, infine, è stato consegnato anche alla squadra dei giovanissimi allenata da Lucio Cudicio, che si è aggiudicata la Coppa disciplina.
Laura Pigani
In sicurezza il torrente Chiarò
Tratto dal MESSAGGERO VENETO DEL 18/09/2002
TORREANO
La Regione ha finanziato un intervento nell'alveo
La Regione finanzierà un intervento da eseguire nell'alveo del torrente Chiarò, a Torreano: il corso d'acqua, che in passato, all'occorrenza di piogge torrenziali, aveva destato più volte preoccupazione fra i residenti per il continuo rischio di esondazioni, sarà interessato da un'opera di sghiaiamento in località Ponte Nuovo.
La zona industriale e il territorio comunale sottostante, in tal modo, saranno posti finalmente al sicuro dal pericolo di straripamenti. La notizia, che verrà accolta di sicuro con favore dai cittadini del Comune valligiano, è stata data direttamente dall'assessore regionale all'ambiente Paolo Ciani, che nei giorni scorsi ha incontrato il sindaco e la giunta di Torreano. Presente alla riunione era anche l'assessore provinciale alla viabilità Marchetti.
Ai due ospiti sono state illustrate varie problematiche riscontrabili nel territorio comunale, sia connesse all'ambiente, sia legate alla viabilità e all'attività della protezione civile. In relazione a quest'ultimo settore, Ciani ha annunciato la concessione di un contributo per la ristrutturazione della futura sede della sezione, che verrà trasferita nello stabile dell'ex scuola elementare di Togliano. Ha garantito, inoltre, l'elargizione di ulteriori fondi per l'acquisto di un autoveicolo da riservare alla squadra dei volontari, che verranno presto dotati anche di nuove divise.
Si è poi impegnato - come fa sapere il sindaco di Torreano, Paolo Marseu - a verificare la possibilità di finanziare i lavori per la messa in sicurezza del ponte sul torrente Sclesò a Prestento, e ha assicurato il proprio interessamento in rapporto ad altri interventi che l'amministrazione comunale considera prioritari. Una richiesta inoltrata dal sindaco all'assessore ha riguardato infine la tassa sull'escavazione delle cave di pietra, che Marseu auspicherebbe venisse parificata a quella vigente per le cave di ghiaia: in questo modo, ha fatto presente il primo cittadino, il Comune si assicurerebbe maggiori entrate.
L'assessore provinciale Marchetti, da parte sua, si è impegnato a provvedere alla manutenzione della strada provinciale che raggiunge il paese.
Lucia Aviani
ROGGIA, PIU' MANUTENZIONE
TRATTO DA: MESSAGGERO VENETO DEL 31/10/2000
UNA RICHESTA DEI CITTADINI
ROGGIA, PIU' MANUTENZIONE
ERBA E STERPAGLIA OSTRUISCONO IL DEFLUSSO
La notizia, di recente divulgazione, che il Comune Torreano provvederà a realizzare un nuovo tratto fognario, per rimediare, almeno in parte, alle gravi carenze del sistema nell'area sottostante il Castello, non tranquillizza tutti i residenti. Più di qualcuno, infatti, richiama ancora una volta l'attenzione sul problema della roggia Torreano-Cividale e sullo stato di trascuratezza in cui la medesima si trova da tempo.
"Prima di pensare alla costruzione di un impianto di fognatura, provvedimento che certo serve e risulta utile, - si afferma - ci si sarebbe dovuti preoccupare di un ambito di necessità prioritaria, quello della roggia appunto. I danni provocati a suo tempo dall'alluvione del'98, come quelli causati in precedenza da altre piogge torrenziali, erano si dovuti a un cattivo funzionamento dei tombini e all'inadeguatezza della rete di scarico delle acque, ma in prima istanza derivavano dalla tracimazione del ruscello. E questo perché il fondale non viene ripulito da parecchio e si è riempito in tal modo di canne, erbe e sterpaglie che, in presenza di precipitazioni, particolarmente abbondanti e violente, ostruiscono il deflusso dell'acqua. Di qui gli straripamenti e gli allagamenti in numerosi scantinati La cura delI'alveo, è una necessità. Chi di dovere se ne deve occupare per evitare futuri inconvenienti. Servirebbero controlli frequenti sulle condizioni della roggia".
Lucia Aviani
GeoWord park
TRATTO DA: IL GAZZETTINO DEL 21/04/2000
LA GEOFIN DI TORREANO INVESTIRA' 15 MILIARDI NELLA RICONVERSIONE
L'ex cava diventa parco
Percorso didattico e geologico, agriturismo e agenzia viaggi
Il gruppo Geofin di Torreano leader mondiale nella lavorazione e restauro di fossili e minerali ha aquisito dalla Italcementi l'ex cava di Vernasso, sito di circa 60 ettari nei comuni di Cividale e di San Pietro al Natisone, sul monte San Guarz, componente di una paleofrana che risale all'Eocene, cioè a circa 50 milioni di anni fa, quando la zona era sommersa dalle acque marine. Geofin che fattura circa dieci miliardi di lire e impiega 70 dipendenti, ha avviato un programma di investimenti nella zona per 15 miliardi di lire nei prossimi tre anni. Il gruppo prevede un' incremento della manodopera di circa trenta unità. Nei progetti della Geofin il sito sarà oggetto di un'azione di recupero ambientale e di riqualificazione attraverso la nascita di "Geoworld park", un progetto polivalente che si pone l'obiettivo di rivalutare l'ex cava con iniziative finalizzate alla divulgazione scientifica, alla didattica, alla formazione professionale allo studio e alla ricerca a livello universitario. Il parco si articolerà lungo un percorso didattico destinato ai giovani e agli studenti delle scuole dell'obbligo e superiori: dalla preistoria si arriverà ai giorni nostri tra repliche di siti fossiliferi e ambiti di interesse naturalistico. Per le attività ludico-ricreative e turistiche il progetto prevede la creazione di un punto di ristoro e di una struttura agrituristica in cui i visitatori di Geoworld Park troveranno una vasta scelta di prodotti agroalimentari ed enogastronomici locali. Come iniziative collaterali per la promozione del Geoworld Park, è prevista l'apertura di un'agenzia di viaggi collegata alla struttura per veicolare i flussi turistici e studenteschi, l'attivazione di un sito Internet per la divulgazione delle attività di ricerca, la pubblicazione di una rivista specializzata in tre lingue a diffusione internazionale.
SCOPPIO DI MINE, IL PAESE HA PAURA
TRATTO DA: IL GAZZETTINO DEL 21/04/2000
SCOPPIO DI MINE, IL PAESE HA PAURA
Il boato veniva dalla cava Barilla. "Sentivo la casa muoversi, muri lesionati"
Torreano
Mercoledì 19 aprile. E da poco trascorsa l'ora di pranzo quando i torreanesi vengono scossi da un boato. Forte, riconoscibile. E il fragore provocato dallo scoppio di una mina. Anzi, da più mine contemporaneamente. Le finestre vibrano, i soprammobili traballano e il panico si diffonde. Al primo scoppio ne seguono altri due, la gente si riversa in strada, s'interroga e alza lo sguardo appena sopra i tetti delle abitazioni. Presto, tutte le domande trovano risposta: è la "cava Barilla", proprietà dell'impresa Alsaf di Faedis. Curioso il nome dato a un impianto la cui attività fu osteggiata alcuni anni or sono "a furor di popolo". Curiosa anche la sua ubicazione: praticamente in mezzo al centro abitato, sovrasta le case, in una zona attraversata da un percorso naturalistico dove sorgono i resti di un castello romano medioevale. «Dal poggiolo ho sentito la mia casa muoversi e i muri sono stati lesionati, ricorda Giannina De Vincenti. La sua abitazione sorge a circa duecento metri di distanza dalla cava, le vibrazioni provocate dalle cariche di esplosivo hanno disegnato sugli intonaci che rivestono i muri perimetrali un reticolo di fessure. La cava esibisce già un vistoso cratere sul quale l'ultima volata, che ha fatto brillare contemporaneamente diverse cariche, ha riversato un nuovo fronte di roccia. Appartiene a un filone di pietra piasentina, una brecciola eocenica destinata all'edilizia. «Ma è inidonea alla lavorazione, viene utilizzata per realizzare scogliere e alvei fluviali commenta Rino Graffig, responsabile della squadra di protezione civile che ha effettuato un sopralluogo. Si sta demolendo la montagna per fare scogliera, Le proteste fioccano in municipio e al comando dei carabinieri. Non solo i danni provocati e la paura che la cava possa essere teatro di nuovi scoppi, ma anche il continuo andirivieni di camion in transito lungo la strada che conduce alla cava. sono motivi di scontento. Il sindaco Luigi Borgnolo porta la questione in giunta: «Segnaleremo l'accaduto in questura, intanto stiamo organizzando un incontro con gli imprenditori fa sapere e incaricheremo un tecnico di effettuare una perizia per verificare se la strada consenta un traffico così sostenuto». Anche i carabinieri stanno conducendo accertamenti per fare luce sulla questione, probabile l'invio di una nota informativa alla magistratura, mentre si profilerebbe l'ipotesi di reato per spari pericolosi. Dal canto suo il titolare dell'azienda Stefano Cudicio, interpellato, non intende rilasciare dichiarazioni e si limita a far sapere che l'impresa "ha tutte le carte in regola.
Alessandra Ceschia
LA DITTA: Un Test con i Geologi
Una convivenza difficile. I torreanesi e la cava Barilla vivono fianco a fianco da oltre un decennio, ma non sono mai andati d'accordo. La coltivazione della cava, praticata con l'uso di esplosivi, mobilitò la popolazione e animo vivaci proteste. Non è facile riordinare gli estremi di una storia che abbonda di decreti, autorizzazioni e sospensive. Dopo qualche tempo l'attività della cava fu sospesa per intervento della Direzione regionale dell'ambiente a partire dal marzo 1995. Poi, nel settembre 1997, è giunto un nuovo decreto autorizzativo che ne ha legittimato la coltivazione fino all' agosto 2001. La cava sta per essere preparata per ricavare pietra ornamentale. "E tutto sotto controllo" riferiscono alla Alsaf. Mercoledì, sotto la supervisione dei geologi dell'Università di Trieste, è stato effettuato un monitoraggio in sei punti della zona per verificare la potenza delle vibrazioni e l'intensità del rumore. «Non abbiamo mai . superato i limiti», assicura la ditta. Quella di mercoledì era solo la prima delle tre prove indispensabili per ottenere un documento cui si certifica la non pericolosità delle esplosioni.
SINDACO E CARABINIERI HANNO RACCOLTO LE LAMENTELE DELLA GENTE. BORGNOLO: "SEGNALEREMO ALLA QUESTURA QUANTO è ACCADUTO". lA REPLICA DEL TITOLARE DELL'AZIENDA: "ABBIAMO TUTTE LE CARTE IN REGOLA".