NOTIZIE TORREANESI
Show di Cargnelutti alla Valchiarò Marathon
Oltre 300 bikers al via con il gemonese che infligge distacchi pesanti agli inseguitori. Tra le donne vince la triestina Guidolin
Il gemonese Diego Cargnelutti, da quest’anno in forza al Pavanello Racing Team di Ponzano Veneto, ha vinto la quinta Valchiarò Marathon Bike, andata in scena ieri a Torreano di Cividale e dintorni, terza prova del trofeo Friuli Mtb Challenge, valida per l’assegnazione dei titoli di campioni del Friuli Venezia Giulia di specialità. Il successo nella corsa valligiana conferma che Cargnelutti è uno dei migliori bikers friulani in circolazione: parlano chiaro i distacchi di 3’27” sul caprivese Andrea Bravin e di 5’02” sul veneto Enrico Salvador. La triestina Nicole Guidolin ha vinto invece la classifica femminile della Marathon. Per quanto riguarda il tracciato point to point, invece, il sanvitese Enrico Maria Migotti ha preceduto il compagno di squadra Jurij Lazzaroni e Mauro Rossato (Team Scavezzon). Nella classifica femminile, prima Luisa De Lorenzo Poz (EsteBike), davanti a Martina Pozzi e Meri Mazzanti. Da registrare, nella mattinata di ieri, anche un incidente: in un tratto nel bosco, in località Pegliano di Pulfero, B.A. del 1983, di Latisana, è caduto dopo aver perso aderenza con la sua bicicletta. Il corridore è stato soccorso dal personale del 118.
La gara
«Partiti oltre 300 bikers – racconta Denis Vogrig, coordinatore del comitato organizzatore in seno al Valchiarò Bike Team –. I favoriti hanno impresso subito un ritmo elevato. Al primo passaggio sul Gran Premio della Montagna, a Monteaperta, Diego Cargnelutti ha staccato i compagni di fuga scollinando per primo e proseguendo in una gara in solitaria. All’inseguimento del fuggitivo Ponta, Salvador e Bravin. Al traguado, nell’ordine, Cargnelutti, Bravin, Salvador, Ponta e Brancati».
Percorso
La Marathon Bike si è sviluppata su un percorso di 60 chilometri, con 1.749 metri di dislivello complessivo. La prima metà di gara si è snodata su sterrati e piste forestali, con passaggio panoramico sul monte Kraguanica. Da lassù, veloce picchiata tra i prati per imboccare il sentiero del Falco, fino a planare nell’abitato di Torreano di Cividale. A quel punto, i due percorsi si sono divisi: da una parte il lungo fino a completare i 60 chilometri, dall’altra il tracciato point to point da 38 chilometri totali.
Campioni Fvg
La quinta edizione della Valchiarò Bike Marathon, da quest’anno sotto l’ègida della Federciclismo, dopo quattro anni nell’orbita del circuito Acsi, ha assegnato le maglie di campioni Fvg della specialità della Granfondo. Hanno indossato la maglia con l’aquila regionale l’élite master triestino Daniel Pozzecco (Eppinger Team), il master 1 Andrea Bravin (Uc Caprivesi), il master 2 Claudio Cucinotta (Sportway Cycling Team), il master 3 Gianpiero Dapretto (Federclub Trieste), il master 4 Sergio Giuseppin (Delizia Bike Team), il master 5 Claudio Candido (Bike Team 53.3 Caneva), il master 6 Vito Petrucco (Acido Lattico), il master 7 Raffaele Ruggiero (La Roccia Bike Team Trieste), il master 8 Giovanni Flaiban (La Roccia Team Trieste), la masterwoman Nicole Guidolin (Gruppo Vulkan Mtb Trieste), l’open Marco Ponta (Fun Bike Cussigh Bike) e la sua compagna di squadra Maria Dimitra Theocharis. —
Francesco Tonizzo
28 MAGGIO 2019
Morta Giuditta Iaconcig figlia di uno dei “re” della pietra piasentina
TORREANO. Si è spenta prematuramente, ad appena 66 anni, Giuditta Iaconcig, la signora della pietra piasentina. Figlia di uno dei due fondatori dell’azienda Iaconcig, una delle ditte storiche di Torreano, l’imprenditrice aveva raccolto l’eredità paterna decidendo di svolgere la stessa professione e dedicandovisi con passione e tenacia. Lo testimonia anche il Consorzio produttori pietra piasentina, di cui Giuditta fu esponente attiva e vitale dando prova, sempre, di spirito di collaborazione e condivisione.
Un ritratto dai toni analoghi viene tratteggiato dal primo cittadino di Torreano, Roberto Sabbadini: «Le venivano unanimemente riconosciuti – testimonia, esprimendo il cordoglio dell’amministrazione e dell’intera comunità – una grande professionalità e il forte attaccamento al lavoro. L’azienda Iaconcig è una delle più radicate sul territorio: la signora Giuditta l’ha gestita a lungo, senza mai risparmiare energie».
Qualche anno fa, però, decise di voltare pagina, ritirandosi dall’impresa (ceduta a un familiare e dunque rimasta in capo alla famiglia) e cambiando completamente settore: aveva aperto un bed and breakfast nel centro di Cividale. Anche per tale scelta Giuditta Iaconcig risiedeva un po’ nella città ducale e un po’ nel paese natale, Torreano. «Lo scorso dicembre, in occasione dell’annuale Festa degli Scalpellini nella ricorrenza della patrona della categoria, Santa Lucia – ricostruisce il primo cittadino –, aveva ricevuto un riconoscimento per l’impegno profuso nel campo della pietra piasentina, “marchio” e vanto del nostro Comune».
I funerali saranno celebrati questo pomeriggio, alle 15, nella chiesa parrocchiale di Torreano. —
Lucia Aviani - Messaggero Veneto
A 28 anni diventa imprenditore con il sostegno del Comune
Massimo Causero ha vinto una borsa di studio presentando un piano innovativo Dopo la laurea ha coronato il sogno che aveva da bambino: vivere di agricolturaÈ partito con un sogno coltivato fin da bambino, vivere d’agricoltura. Poi, messa in tasca la laurea in viticoltura ed enologia all’Università di Udine, è arrivata la giusta opportunità con il progetto del Comune di Tavagnacco, “Labor.comm”.
È una iniziativa finalizzata all’inclusione lavorativa di giovani da 16 a 35 anni che gli ha dato coraggio, contatti e formazione per realizzare il suo desiderio. Massimo Causero, 28enne di Tavagnacco, ha da pochi mesi aperto l’azienda vitivinicola “Tralci di vita”, a Torreano, in via Ronchis.Tre ettari e mezzo di terreno coltivabile, alberi da frutto a volontà, viti che gli danno modo di produrre dieci varietà di vino. «Sin da quando ero all’asilo tormentavo i miei genitori per fare l’orto, volevo fare l’agricoltore – racconta il giovane, classe 1991 –. Ho studiato agraria a Cividale e poi ho proseguito all’università». Nel 2015 l’amministrazione comunale presenta il progetto d’innovazione – in collaborazione con Aracon, Ditedi, Cna, Confcommercio, Confartigianato e Confesercenti – e Massimo è uno dei vincitori della borsa di studio da 3.300 euro. «Hanno scelto il mio progetto, la realizzazione di una fattoria didattica all’interno di un’azienda agricola sostenibile – aggiunge Massimo –. L’esperienza mi ha consentito di conoscere esperti, di scoprire cosa significa realizzare un business plan e di mettermi in contatto con realtà importanti nel settore. È stato utile e mi ha dato coraggio». Da settembre, con la fidanzata Maria Chiara, gestisce l’azienda. «È rivolta all’ottenimento di un prodotto di nicchia, che rispetta l’ambiente e conserva la sua autenticità – spiega ancora Causero –. Nel nome, “Tralci di vita”, è racchiuso il senso di tutto questo. La vite crea i tralci che portano le gemme, queste ultime danno il frutto, che è la vita. Vita che sarà anche la nostra». Massimo, che presto passerà all’imbottigliamento del suo vino, ha mille idee da sviluppare. Sono previsti, nel rispetto di quello che era il progetto originario, un orto con prodotti a chilometro zero, l’ampliamento dell’area coltivata a ulivi e la trasformazione dei frutti dei diversi alberi presenti, per preparare le conserve che farciranno i dolci, serviti a colazione in un futuro Bed & Breakfast. «Ci stiamo facendo conoscere: la voglia di crescere è tanta», conclude Massimo. Anche l’amministrazione comunale è orgogliosa di tale successo. «Ci eravamo dati l’obiettivo di monitorare la situazione una volta conclusa l’esperienza con Labor.comm – commenta l’assessore alle politiche giovanili Giulia Del Fabbro – e ci fa piacere sapere che le attività svolte siano servite a realizzare l’idea progettuale dei partecipanti: continueremo in questa direzione, collaborando con tutte le realtà che possono essere d’aiuto a far sviluppare le idee dei ragazzi».
Margherita Terasso
Messaggero Veneto del 20/03/2019
Friulano ricoverato in gravi condizioni a Bangkok
Diego Iacuzzi, 53 anni, era in vacanza in Thailandia. Si trova ricoverato da lunedì sera nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Bangkok. La famiglia: «Servono almeno 100 mila euro per riportarlo in Italia»
Diego Iacuzzi, 53 anni, originario di Torreano di Cividale, si trova ricoverato da lunedì sera nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Bangkok. Un’infezione sottovalutata, curata in un primo momento come banale occlusione intestinale dai medici di un ospedale di Ban Ao Nang, nel sud della Thailandia, ha rischiato di mettere a repentaglio la vita dell’ex dipendente del Messaggero Veneto (lavorava come tecnico nel reparto macchine dello stabilimento di viale Palmanova).
Il trasferimento al più attrezzato nosocomio della capitale thailandese ha probabilmente salvato la vita del pensionato, raggiunto nella notte tra mercoledì e giovedì dal fratello Gianni, pure lui rotativista del Mv fino allo scorso ottobre. I familiari di Iacuzzi lanciano ora un appello, temendo di dover fare fronte a un’ingente spesa per riportare a casa il parente. La cognata di Diego, Raffaella Vidal, racconta «di aver contattato decine di enti e rappresentanti di istituzioni per cercare di capire come muoverci: per attrezzare un trasferimento può servire una somma variabile tra i 60 e i 100 mila euro».
La speranza è che le condizioni del cinquantenne migliorino e che il decorso clinico consenta al friulano di imbarcarsi su un normale volo di linea per completare le cure nelle strutture sanitarie friulane. Del caso è stata informata l’ambasciata italiana a Bangkok, che ha assicurato il proprio impegno. E l’evolversi della vicenda è seguito con preoccupazione anche dalla comunità di Torreano: «Siamo in stretto contatto con la famiglia – fa sapere il sindaco Roberto Sabbadini – e faremo il possibile per favorire il rientro di Diego in Italia». Iacuzzi si trovava in Thailandia dalla fine di gennaio e sarebbe dovuto rientrare a Torreano giovedì scorso. Pochi giorni prima della partenza ha accusato dolori addominali che, diventati insopportabili, lo hanno costretto a rivolgersi a una struttura sanitaria del distretto di Phuket. Qui i medici lo hanno visitato, diagnosticandogli un’occlusione intestinale: «In realtà si trattava di un virus – spiega la cognata – che ha infettato anche altri organi, arrivando ai polmoni». Quando la situazione è degenerata, il cinquantenne è stato trasferito d’urgenza a Bangkok, che può contare su strutture ospedaliere di livello. Da alcuni giorni Diego, pur cosciente, non respira più autonomamente ed è stato intubato dai medici che lo hanno in cura nel reparto di terapia intensiva. «Da qui era oggettivamente difficile ottenere informazioni sullo stato di salute di mio cognato: i medici non fornivano informazioni al telefono, gli infermieri non spiccicano una parola d’inglese – riprende Raffaella –. Per questo Gianni ha deciso di raggiungere il fratello, con l’obiettivo di stargli accanto e tentare di capire come riportarlo in Italia». Già, il rientro in Friuli. Un chiodo fisso, ora. Perché Diego qui potrebbe recuperare in tranquillità, accanto agli affetti e in un contesto sanitario più efficiente. Bisogna affrontare però le difficoltà legate al trasferimento: «Diego in questo momento non può alzarsi e non respira autonomamente: organizzare un volo a queste condizioni significherebbe mettere in conto una spesa di parecchie decine di migliaia di euro», sottolinea ancora la cognata di Iacuzzi. Da qui l’appello lanciato via social: nei prossimi giorni verranno rese note le modalità per contribuire alla raccolta fondi «che – conclude Raffaella – spero coinvolga anche i tifosi dell’Udinese: Diego era abbonato allo stadio Friuli e non perdeva una partita dei bianconeri».
Con l’archeologo Trevisani nei misteri di Deir El-Medina
È uno dei villaggi più interessanti che la ricerca archeologica ci ha restituito. Stiamo parlando di Deir El-Medina, che ospitò per quasi cinque secoli, a partire dal 1500 a.C., la comunità artigiana impiegata nella costruzione e decorazione delle tombe che custodivano le spoglie mortali dei faraoni nella Valle dei Re in Egitto.
A raccontarne le vicende è il volume “Deir El-Medina: nascita, sviluppo e declino di un villaggio di artigiani nell’Antico Egitto”, scritto da Andrea Trevisani (Edizioni Saecula), che sarà presentato domani, giovedì, alle 19, nella Sala Comunale di Torreano. A moderare l’incontro sarà Frederick Mario Fales, professore senior di Storia del Vicino Oriente antico dell’Università di Udine.
In collaborazione con l’egittologo Mario Tosi, Andrea Trevisani ha approfondito lo studio del villaggio e della necropoli, situati sulla sponda opposta del Milo rispetto all’antica Tebe. L’evento è inserito nell’ambito del Primo Festival Alpe-Adria dell’Archeologia Pubblica “SenzaConfini” organizzato dall’associazione CulturArti.