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"Frazione dimenticata" a Torreano, il sindaco: "In arrivo 225 mila euro"

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NOTIZIE TORREANESI

Don Valerio Della Costa parroco a Pavia di Udine

PAVIA DI UDINE. Da dicembre la comunità religiosa della zona pastorale di Pavia di Udine attendeva di conoscere il nome del nuovo parroco. Ora il nuovo sacerdote è stato indicato, è don Valerio Della Costa, attuale parroco di Torreano. Il suo arrivo è previsto per sabato 20 maggio. Il vicario generale dell’Arcidiocesi di Udine, monsignor Guido Genero, ha spiegato che la nomina è stata annunciata sia nella parrocchia di partenza, sia in quella di arrivo e sabato 20 maggio, appunto, è previsto il passaggio definitivo (alle 16.30) in chiesa a Pavia di Udine. Nato 59 anni fa, don Valerio è originario di Treppo Grande e prima di iniziare il suo percorso ecclesiastico si era iscritto all’università laureandosi in economia e commercio per avviarsi alla professione. Successivamente si è avvicinato al mondo ecclesiastico iniziando gli studi in seminario. Ottenuti i voti e quindi nominato sacerdote nel settembre 1995, trascorse i primi anni del ministero come cappellano dell’ospedale civile di Udine. Poi fu trasferito in quelle che sono le sue attuali parrocchie, Prestento e Torreano di Cividale e nelle chiese della zona pastorale. Intanto, dalla parrocchia di Pavia di Udine attendono di conoscere la loro futura guida. Infatti, i volontari che seguono direttamente l’attività della zona pastorale non conoscono affatto il nuovo sacerdote e attendono come tutti di poterci parlare. Don Valerio Dalla Costa erediterà dunque le cinque parrocchie che per 14 anni sono state seguite da don Giordano Simeoni. La sua ultima messa nella zona pastorale fu quella celebrata domenica 4 dicembre nella chiesa di Sant'Ulderico Vescovo, nel capoluogo. Proprio lo scorso anno don Giordano aveva festeggiato il suo 50esimo anno di sacerdozio. In questi 14 anni don Giordano si è impegnato anche per garantire chiese ristrutturate e adeguate, ma anche in spazi di aggregazione aperti e accoglienti. Fra i tanti interventi realizzati, la ristrutturazione del Santuario di Muris e della chiesa di Risano, l’ampliamento dell’oratorio Don Bosco di Pavia di Udine e la realizzazione del Centro di aggregazione di Lumignacco. E infine la guida dell’associazione Il Ponte, creata dalle parrocchie proprio su sua iniziativa per gestire le attività educative e di pastorale giovanile dell’oratorio Don Bosco.

Fondi all’Uti e non ai Comuni Ricorrono Corno e Torreano

CORNO DI ROSAZZO. Due Comuni non aderenti all’Uti del Natisone, Corno di Rosazzo e Torreano, reclamano l’assegnazione di fondi che giudicano spettanti loro, ma che sono invece confluiti nelle casse dell’Unione. I ricorsi, distinti, presentati al Tar partono dal presupposto che la Regione ha inserito nel computo delle risorse da destinare all’Uti locale (nell’ambito del fondo per gli investimenti) e tramite essa ai Comuni, appunto, anche la popolazione delle municipalità ricorrenti, che come detto non rientrano nell’Unione intercomunale e che dunque rivendicano la titolarità di parte del denaro. «La tesi, invece, dell’Uti del Natisone – spiegano i legali della stessa, gli avvocati Massimiliano Campeis e Francesco Ciliberti – si basa sulla scrupolosa applicazione della legge, la quale stabilisce che le risorse a favore delle Uti vanno calcolate sulla base della popolazione, della superficie territoriale e di altri parametri, a prescindere dall’adesione o meno di un Comune all’Unione di riferimento. Un’altra disposizione di legge impone alle Uti di destinare i fondi ai soli Comuni i cui consigli hanno deliberato l’ingresso in Unione entro il 15 settembre 2016. In nessun caso, pertanto, l’Uti del Natisone avrebbe potuto – se non in palese violazione della normativa – destinare le risorse in oggetto a Corno di Rosazzo e a Torreano». Nell’udienza davanti al Tar di mercoledì la difesa delle due municipalità, assistite dall’avvocato Teresa Billiani, ha rinunciato all’istanza cautelare di sospensione degli effetti dei provvedimenti assunti dalla Regione e dall’Uti. Il Collegio ne ha preso atto e ha fissato per il 14 luglio l’udienza di discussione nel merito. (l.a.)

Torreano, vasto incendio sul monte Craguenza

L'area interessata dal rogo ha un'estensione di qualche ettaro e si colloca a un'altitudine di circa 1000 metri. Si sospetta il dolo.
- di Lucia Aviani tratto dal Messaggero Veneto del 14/04/2017

TORREANO. Un incendio di vaste proporzioni, con alta probabilità doloso, si è sviluppato nella tarda serata di giovedì sul monte Craguenza, in Comune di Torreano.
L'area interessata dal rogo ha un'estensione di qualche ettaro e si colloca a un'altitudine di circa 1000 metri: comprende zone boschive, semiboschive e prative, dove l'erba e gli arbusti ancora secchi hanno favorito un rapido propagarsi delle fiamme.
L'allarme è scattato all'imbrunire, quando anche da Grupignano e dintorni si cominciavano a scorgere i bagliori in quota.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del Comando provinciale di Udine, volontari della protezione civile (dalla sezione antincendio boschivo) da Cividale, Torreano e San Leonardo, Carabinieri e uomini del Corpo Forestale, dalla stazione della città ducale; impossibile, stante il buio, l'utilizzo dell'elicottero, che avrebbe consentito di spegnere ben più agevolmente e rapidamente il fuoco.
I lavori sono proseguiti fino alle 2 di notte, quando la situazione sembrava tornata sotto controllo.
«Così però non era - rende noto il consigliere comunale cividalese Davide Cantarutti, che detiene la delega alla protezione civile -: al mattino è stato necessario un nuovo intervento, perché il fuoco era ripartito e il fronte del rogo, conseguentemente, si era allargato».
Intorno alle 10 il problema poteva considerarsi risolto: le fiamme erano state definitivamente domate e l'ambito interessato dall'episodio bonificato con attenzione.
Amarezza per l'accaduto viene espressa dal sindaco di Torreano, Roberto Sabbadini, che ricorda il grande valore naturalistico del Craguenza, meta particolarmente cara agli appassionati di mountain bike: «Il contesto è frequentatissimo - sottolinea il primo cittadino -, sia da escursionisti che, appunto, dagli amanti della bicicletta.
La presenza di varie piste ben curate rende la montagna, raggiungibile sia da Torreano che da Spignon di Pulfero, luogo ideale per l'escursionismo, anche sulle due ruote: chi ha pratica nel settore sa che il Craguenza è una delle zone più belle del Friuli Venezia Giulia, per i percorsi in bici».

Cividale, tanti amici e il suo pallone per l'ultimo saluto a Desio Flebus

Sulla bara anche il simbolo del basket a testimoniare la sua passione. Le comunità di Cividale e Torreano si sono strette ai familiari nel duomo.
di Lucia Aviani da il "Messaggero Veneto" del 11/04/2017.

CIVIDALE. Sulla bara il pallone da basket, simbolo della passione di una vita, la stessa che ha fatto di Desio Flebus il mito sportivo di Cividale e di Torreano, paese natale dei suoi genitori. Ma a dire addio al cestista c’era una rappresentanza territoriale ben più ampia, indice di fama, certo, ma pure di affetto, di stima verso l’uomo prima ancora che verso il campione. Gremito il sagrato del duomo, nell’attesa dell’arrivo del carro funebre, strapiena la basilica, che ha offerto ai familiari il conforto di un abbraccio corale, di una partecipazione sentita e carica di spirito di condivisione. La città ducale, la comunità di Torreano e tanta gente da fuori si sono strette attorno al dolore dei congiunti di Flebus, che lascia la moglie Maddalena, un figlio, Daniele, il fratello Patrizio e una marea di amici. L’incredulità per la sua improvvisa e prematura scomparsa, a 65 anni, non accenna a smorzarsi: la frase ricorrente, dal momento della disgrazia, è «sembra incredibile che non ci sia più». È il triste refrain degli ultimi giorni ed è risuonato anche ieri pomeriggio, fuori dalla chiesa, dalla bocca di qualcuno che raccontava di aver visto Desio poco prima che il malore fatale lo portasse via. Non si capacitano, i cividalesi, abituati a incontrare Flebus per la strada o nei luoghi dello sport – negli ultimi mesi il palazzetto di via Perusini, sede del campionato dell'Apu Gsa, di cui l’ex giocatore non ha perso una partita – e a scambiare con lui, figura affabile e cordiale, convenevoli e battute. E lo stesso vale per la gente di Torreano, centro cui Flebus è sempre rimasto legatissimo, per quanto fin da ragazzo risiedesse nella città ducale. «Era nato nel nostro paese – ricorda commosso il sindaco Roberto Sabbadini – e non se ne è mai staccato. A Torreano, dove fra l’altro abita suo fratello, Desio aveva parecchi amici di vecchia data, che era solito andare a trovare con cadenza settimanale. E quando arrivava non lo si notava solo per la sua altezza. Era una persona di spessore, dalla rara umanità. Ed era – sottolinea – estremamente attento alle iniziative e agli appuntamenti locali, che gli piaceva seguire e sui quali puntualmente si informava; c'è una forte affinità, in questo, con il fratello Patrizio, che è particolarmente attivo nella sfera del sociale. Di Desio Flebus rimarrà un segno indelebile». È una preziosa eredità, dunque, quella lasciata dal cestista, che alla carriera agonistica affiancò il lavoro in banca, soprattutto alla Bpc. «Non interroghiamoci sul perché di questa perdita. La morte non è mai comprensibile, non potrebbe esserlo», ha esordito nell’omelia l’arciprete di Cividale, monsignor Livio Carlino, dopo aver letto il messaggio di speranza racchiuso dal vangelo di Pasqua. «Se ne è andato improvvisamente, nella pienezza degli anni – ha proseguito il parroco –, quando avrebbe potuto iniziare a godersi il tempo della pensione. Ma continuerà a vivere nel ricordo di chi resta e ne ha conosciuto passioni e qualità: l’amore per lo sport, la capacità di intessere relazioni, la propensione all’incontro. Cose semplici che però fanno grande una persona e danno un senso compiuto alla sua esistenza».

Torreano, lascia il gas aperto: salvata dal nipote

L’uomo ha trovato la donna di 92 anni sul divano, ormai semicosciente.

TORREANO. È privo di gravi conseguenze, per fortuna, il bilancio di un incidente domestico verificatosi nel pomeriggio di domenica a Torreano, in un’abitazione di vicolo Bassetti.
L’inquilina, un’anziana di 92 anni, non si era accorta di aver lasciato aperto il rubinetto del gas, che aveva rapidamente riempito gli ambienti. Il peggio è stato evitato grazie all’intervento del nipote della signora che, passato a salutarla, una volta in casa l’ha trovata stesa sul divano del salotto, in stato ormai di semicoscienza.
Immediata la richiesta d’aiuto. Sul posto sia il 118 che i vigili del fuoco del Comando provinciale di Udine e una pattuglia dei carabinieri della Compagnia di Cividale, intervenuti per le verifiche e gli accertamenti di rito, a cominciare dal controllo dell’impianto del gas. La nonnina non era del tutto cosciente, come detto: è stata trasportata all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine e sottoposta alle cure e agli esami necessari. Le sue condizioni non destano preoccupazione.

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