Cade con la bicicletta, muore a 63 anni
Franco Pascolini, elettricista di Torreano, ha perso la vita a Cormòns durante un’uscita con il suo gruppo.
di Stefano Bizzi e Lucia Aviani
TORREANO. Hanno fatto di tutto per cercare di rianimarlo, ma non c’è stato nulla da fare. Franco Pascolini, elettricista di 63 anni, è morto a Cormòns, sul ciglio della strada, al ritorno da un giro in bicicletta con gli amici. Si è conclusa in modo drammatico la vita del sessantatreenne cicloturista di Torreano di Cividale che ieri mattina era uscito in bici in compagnia.
L’incidente è avvenuto sulla strada del rientro poco dopo mezzogiorno. Il gruppo era arrivato fino a Trieste e stava rientrando nel Cividalese, ma alle porte dell’abitato di Cormòns, mentre percorreva via Vino della pace, all’altezza della Anc-Arredamenti navali e civili, Pascolini è rovinato a terra e non si è più rialzato.
Secondo quanto riportato dalle testimonianze degli stessi amici, il sessantatreenne elettricista friulano ha improvvisamente perso il controllo del mezzo ed è crollato sull’asfalto. Vani, purtroppo, i soccorsi, per quanto già un istante dopo l’incidente, sul corpo esanime dell’uomo siano state eseguite avanzate manovre di rianimazione: casualità ha voluto, infatti, che a bordo dell’auto che seguiva il gruppo di sportivi viaggiassero un medico anestesista e un’infermiera che lavora proprio al pronto soccorso.
Per un quarto d’ora abbondante - fino all’arrivo dell’ambulanza - i due professionisti hanno cercato di salvare la vita dell’uomo. Il personale sanitario sopraggiunto poco più tardi ha poi utilizzato il defibrillatore, ma tutti i tentativi si sono rivelati inutili. Pascolini è rimasto inerme sul pietrisco e il suo corpo è stato pietosamente coperto da un lenzuolo sotto gli sguardi attoniti e la disperazione del gruppetto di amici con cui ieri mattina era partito da Cividale e con il quale, appena un paio d’ore prima della tragedia, aveva festosamente bevuto il caffè in piazza Unità d’Italia a Trieste. Sui volti degli amici che smontavano la bicicletta per caricarla in macchina e riportarla a casa si poteva leggere un senso di smarrimento e di incredulità. Dopo il nullaosta del magistrato, il corpo di Pascolini è stato trasferito all’ospedale di Gorizia dal personale delle Onoranze funebri Preschern. La salma è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria del capoluogo isontino. Non è ancora stato chiarito se a causare la morte dell’uomo sia stato un malore fulminante o se Pascolini sia deceduto per le conseguenze della caduta. Di certo, il cicloturista indossava il caschetto protettivo e non risultano cause esterne.
Pascolini lascia la moglie e due figli. A raccogliere le testimonianze degli amici sono stati i carabinieri della stazione di Cormòns. Gli uomini della Compagnia di Gradisca fino alle 14.30 hanno anche regolato il traffico.